RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - Manganelli scrive a Grillo: «Pronti a pagare per il G8»
Genova, 08 aprile 2008
Manganelli scrive a Grillo: «Pronti a pagare per il G8»
Marco Menduni
Isabella Villa
Beppe Grillo chiama. Il capo della polizia, Antonio Manganelli, risponde.
E così si sviluppa questo dialogo sul blog dei blog, quello del comico
genovese; un botta e risposta fino a qualche tempo fa assolutamente
improbabile. Ma si sa: Manganelli ha scelto la strada del dialogo sempre e
comunque, con tutti, sin dal momento del suo insediamento. Grillo scrive:
«Vede, ho una strana sensazione, che la Polizia di Stato stia assumendo
agli occhi dell’opinione pubblica un ruolo che, sono sicuro, non vuole
avere e non deve avere. Quello di protettrice degli interessi dei partiti,
delle loro malefatte, dei loro numerosi pregiudicati e prescritti». E
parla dei ragazzi di Bologna che manifestavano contro Giuliano Ferrara,
contro i cittadini di Savigliano Irpino, a Napoli, che «non capivano
perché Bassolino fosse ancora governatore». Quella sensazione, spiega
Grillo, «l’ho sentita nelle dichiarazioni delle persone torturate a
Bolzaneto e nella “macelleria messicana” della scuola Diaz». E, per
spiegare di non essere pregiudizialmente contro la polizia, Grillo chiosa:
«Nel calendario dei Santi Laici, l’elenco dei Caduti per un’Italia onesta
che pubblico ogni anno sul blog, la Polizia è al primo posto. Centinaia di
poliziotti si sono fatti uccidere per affermare la giustizia in Italia».
Manganelli ha risposto. Spiegando: «Accade che il poliziotto si trovi a
dover garantire contemporaneamente, da un lato, alcuni fondamentali
diritti di libertà (quelli di riunione, di espressione), dall’altro
legittime manifestazioni di dissenso. Trovare il giusto equilibrio non è
sempre facile. L’unico faro che può e deve orientarlo nella sua difficile
attività quotidiana è quello offertogli dalla legge che la società si è
democraticamente data.». Ancora: «Ci si può riunire, si è liberi di
esprimere le proprie idee, si possono e si devono responsabilmente
assumere decisioni quando a ciò si è legittimati. Da un versante opposto,
si possono invocare le proprie ragioni contrarie, si può protestare. Ma
come? Impedendo agli altri di esprimere la propria opinione? Lanciando
sassi o incendiando cassonetti ? Tagliando le gomme delle auto? Rompendo
le vetrine dei negozi?». Ancora, proprio sul G8: «Lei ha citato vicende
che, proprio obbedendo alle regole del nostro ordinamento, sono oggetto di
vaglio da parte della magistratura, cui tocca dare una risposta. Noi siamo
pronti ad assumerci le nostre responsabilità». La conclusione: «Io cerco
di fare al meglio la mia parte, a cominciare dalla formazione
professionale e dall’addestramento operativo di tutti i poliziotti,
curando, assoluta priorità, il rispetto della persona e dei diritti
garantiti dalla Costituzione». In serata arriva anche il commento di un
magistrato genovese del pool G8, Vittorio Ranieri Miniati. La risposta di
Manganelli, d’altronde, arriva pochi giorni dopo le “pubbliche scuse”
dell’Avvocatura dello Stato per la Diaz e Bolzaneto. Dice Miniati: «Mi fa
molto piacere questo atteggiamento rispettoso delle regole democratiche,
un atteggiamento davvero opportuno. Con il riconoscimento che siamo tutti
soggetti alla legge: cittadini, poliziotti e anche noi magistrati».